DRAMMATICO – DURATA 108′ – GRAN BRETAGNA
Mentre le squadre moraliste islamiche organizzano incursioni arbitrarie a Teheran e i fondamentalisti prendono il controllo delle università, Azar Nafisi, insegnante attivista, raduna segretamente sei delle sue studentesse più impegnate per leggere classici occidentali proibiti. Non sono abituate a essere invitate a dire la loro, ma presto decidono di togliersi il velo e le loro storie si intrecciano con quelle dei romanzi che leggono…
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A me è veramente piaciuto, da uno sguardo vivido sulla condizione delle persone, e soprattutto delle donne, nel regime religioso dell’Iran toccando (se pur non in modo marcatamente approfondito) anche la rivoluzione islamica del ’79, fatto che la maggior parte degli occidentali forse conosce troppo poco.
Sarebbe stato bello anche una più approfondita analisi dei testi proibiti analizzati dal gruppo di donne, e una descrizione sui motivi della messa al bando, ma alla fine un film di meno di due ore ha i suoi tempi da rispettare.
Voto 7+
Tratto dallo stesso romanzo filtrato dall’esperienza cinematografica e dal vissuto storico del regista israeliano che riproduce in maniera più che rispettabile, secondo la mia opinione, la voglia di democrazia tradotta in arte, cultura e conoscenza in un’atmosfera dove regnano repressioni, abusi e violazioni e dove la morale non ha alcun significato davanti alla legge. La parte storica scorre in sottofondo mentre l’accento è puntato più su rapporti umani e buone riflessioni come al min. 43 e 1h20. Suggestiva la finestra davanti alle montagne min 26. L’insegnante recita molto bene la parte educativa e amichevole alternando momenti di felicità e compassione e il film in generale ti avvolge delicatamente con la sua tenerezza tutta al femminile. In due parole mi è piaciuto
La Farahani è sempre bella e brava in questa produzione che purtroppo mette in scena il classico “occhio occidentale” sorvolando con leggerezza qualche passaggio e calcando la mano su altri clichè mancando alla fine l’empatia con gli spettatori. Stesse argomentazioni e tipo di caratteri messe in scena in maniera originale e impeccabile li trovate invece in “Under the shadow” di Babak Anvari.
VOTO 5,5/10
Propaganda molto sempliciotta di una visione estremamente occidentalizzata per un film che non vale assolutamente la pena guardare.
Voto: 4-
propaganda, solo propaganda… valutate la questione in riferimento a quanto emerso dallo smantellamento, parziale, di USAID. Lasciamo che i popoli si autodeterminino in pace, con i loro tempi e modi, impediamo che i soliti noti imbasticano azioni di softpower per accaparrarsi delle risorse dell’Iran.